I punti critici
Difficoltà nell’effettuare la rotazione del personale a causa del numero ridotto di dipendenti in organico e delle resistenze ai cambiamenti; carenza di sensibilità verso il conflitto di interessi; mancanza dei controlli necessari all’applicazione del divieto di pantouflage; problemi con l’informatizzazione; ostacoli a garantire l’aggiornamento dei dati sulla trasparenza.
Sono solo alcune delle criticità riscontrate dai Responsabili della prevenzione della corruzione (Rpct) nell’attuare le misure di trasparenza e anticorruzione all’interno della Pubblica amministrazione italiana.
Le misure di prevenzione: criticità
Tra le misure di prevenzione della corruzione, la rotazione del personale è una di quelle dove i responsabili anticorruzione incontrano più difficoltà.
Le criticità segnalate nell’indagine Anac sono:
- numero assai ridotto dei dipendenti in organico;
- resistenze di vario genere ai cambiamenti;
- specificità delle competenze e carenza di risorse alternative con pari competenze;
- difficoltà di programmare la rotazione in modo pluriennale.
Problemi anche con l’informatizzazione:
- dai questionari esaminati emerge scarsa disponibilità di software adeguati;
- mancanza di profili idonei e limitata propensione del personale alla gestione informatizzata dei processi;
- costi eccessivi.
Problemi con la trasparenza per la difficoltà a garantire l’aggiornamento tempestivo dei dati, anche per la scarsa efficienza del sistema di tracciamento del flusso informativo; eccessiva mole della documentazione da pubblicare; poca formazione e scarsa gestione flussi informatizzati.
Sono pochissimi i casi di conflitti di interessi e pantouflage rilevati.
Gli Rpct lamentano una scarsa sensibilità sul tema che, secondo Anac, potrebbe derivare anche da una seria difficoltà a intercettare i fenomeni rendendo poco efficace la strategia di prevenzione su questo punto. In particolare nelle piccole amministrazioni le criticità rilevate in riferimento all’attuazione delle misure di prevenzione sono connesse alle ridotte dimensioni dell’ente, che difficilmente riesce ad adeguarsi alle prescrizioni dettate in materia per mancanza di risorse umane ed economiche sufficienti.
Nelle piccole amministrazioni sono state segnalate criticità anche in materia di whistleblowing relative all’aggiornamento della piattaforma e alle difficoltà a garantire la riservatezza dell’identità del segnalante in una piccola struttura.
Monitoraggio delle misure
In riferimento alle modalità utilizzate per il monitoraggio delle misure di prevenzione, risulta che 25 tra i grandi enti esaminati non hanno provveduto ad informatizzare le attività.
Il metodo utilizzato è quello di compilazione di schede di rilevamento precostituite. Anche la maggioranza degli enti piccoli utilizza un sistema di rilevazione manuale dello stato di attuazione delle misure. Ciò dipende per lo più dalla mancanza di risorse sufficienti a informatizzare le attività.
Fonte @ANAC