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ANAC, la prevenzione della corruzione non è una moda

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Busia al convegno per i dieci anni della Legge 190 del 2012: “La prevenzione della corruzione non è una moda”

La prevenzione della corruzione non è una moda. Primo perché è una dimensione dell’essere cittadino: combattere la corruzione vuol dire attuare la Costituzione italiana, dare sostanza alla nostra democrazia, realizzare i vincoli internazionale a cui siamo legati. Insomma vivere appieno la nostra cittadinanza”. Così il Presidente di Anac, Giuseppe Busia, è intervenuto il 17 novembre al convegno presso il Consiglio di Stato, organizzato per i dieci anni della Legge Severino (N. 190, 6 novembre 2012) che ha dato origine all’Autorità Nazionale Anticorruzione. 

Rispondendo alle domande del magistrato Anna Corrado, Busia ha spiegato perché l’anticorruzione non può essere una moda, che magari passa. “Senza l’anticorruzione perderemmo diritti civici indispensabili”, ha aggiunto il Presidente Anac. “Molta strada è stata fatta, ora si entra nella fase della maturità. Serve una manutenzione legislativa alla normativa esistente, certamente. Ma occorre soprattutto attuarla. La grande novità della Legge 190 è stata la prevenzione, lavorando per diffondere ‘Buona amministrazione pubblica’, la passione del far bene, l’utilità del fare bene. Anac potrebbe essere anche chiamata l’Autorità della Buona Amministrazione, perché noi lavoriamo per creare best practices, e quindi allontanare maladministration. E’ provato che la buona amministrazione e la cultura della legalità all’interno della Pubblica amministrazione sono un antidoto potente alla corruzione”.

Al convegno è intervenuta anche l’ex ministro Paola Severino, firmataria della legge che porta il suo nome, che ha sottolineato l’innovatività del puntare sulla prevenzione e non solo sulla repressione, o la sanzione successiva al fatto. Severino ha ricordato che la legge 190 può essere modificata nelle parti che, a distanza di dieci anni, si sono dimostrate bisognose di modifiche, come quella riguardante la sospensione dei sindaci dopo il primo grado di giudizio per abuso d’ufficio. Tra gli interventi di Palazzo Spada anche quello del Giudice della Corte costituzionale Filippo Patroni Griffi, anche lui ministro nel governo Monti che portò alla legge 190, e Chiara Goretti, consigliere parlamentare del Senato.

Rispondendo ad una precisa domanda sul nuovo Codice degli Appalti, il Presidente Busia ha infine aggiunto come Anac stia lavorando molto sui tre versanti cruciali per il buon funzionamento del nuovo codice: formazione delle pubbliche amministrazioni, digitalizzazione dei contratti in ogni loro fase dall’inizio alla fine, e qualificazione delle stazioni appaltanti. “Si tratta di misure fondamentali in cui Anac è in prima linea, e che costituiscono delle vere e proprie misure anticorruzione”. Busia ha ricordato come, insieme alla Sna, la Scuola Nazionale dell’Amministrazione, verranno formati entro il 2023, 20.000 dipendenti in grado di gestire e applicare al meglio il nuovo Codice degli Appalti, con le novità della digitalizzazione e della qualificazione delle stazioni appaltanti.

Fonte articolo Busia al convegno per i dieci anni della Legge 190 del 2012: “La prevenzione della corruzione non è una moda”